Il nuovo DPCM del 3 novembre 2020 e in vigore da oggi, ha lo scopo di frenare l’impennata dei contagi delle scorse due settimane.
Con questo nuovo DPCM, l’Italia viene suddivisa in 3 zone: gialla, arancione e rossa che ne individua il grado di emergenza della curva epidemiologica del covid-19. In base al colore infatti cambiano le linee restrittive che si fanno via via sempre più severe.
Nelle zone rosse come ad esempio la Lombardia, i bar e i ristoranti restano chiusi, non è possibile uscire dopo le 21 e rimangono aperte solo le attività considerate essenziali come i supermercati. Si tratta quindi di caratteristiche che assumono le sembianze di un vero e proprio lockdown localizzato però nelle aree più colpite.
Nuovo DPCM: cosa cambia nelle scuole italiane
Quasi il 50% degli studenti italiani seguirà le lezioni a distanza e in modalità digitale sfruttando le piattaforme dedite alla DAD.
Se prima però la DAD era riservata soltanto agli studenti delle classi della scuola superiore, nelle zone rosse (Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle d’Aosta) è stata estesa anche alle classi seconde e terze delle medie.
Rimane invece invariato (ovvero scuole chiuse per tutti i cicli) nelle regioni Puglia e Campania i quali governatori hanno scelto di seguire la linea più restrittiva. Questa scelta si pone in netto contrasto con la linea adottata dal governo, sicuramente più morbida e che ritiene ancora essenziale le lezioni in presenza.
Nelle altre regioni considerate gialle e arancioni la didattica digitale è rivolta solo alle classi delle scuole superiori.
Sono invece garantiti in presenza le attività i progetti di istruzione domiciliare e le attività della scuola negli ospedali.
Anche per gli alunni portatori di disabilità vengono garantite le lezioni in presenza.
Sono inoltre assicurate anche per gli alunni con specifici bisogni educativi e per quelli alunni in svantaggio economico che non dispongono di strumenti tecnologici adeguati (pc, tablet, smartphone), utili per seguire le lezioni a distanza.
Il presidente Conte: le classi della prima media restano in presenza. Gli studenti hanno appena iniziato una nuova esperienza
Restano in presenza anche nelle zone rosse, le classi della prima Media.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte infatti, dopo un’attenta analisi ha ritenuto necessario mantenere la scuola aperta per queste classi per non andare a creare ulteriori disagi ai bambini che già hanno avuto un importante cambiamento nelle loro vite. Ovvero il passaggio dal ciclo scolastico della primaria al ciclo della scuola secondaria di I grado.
“Non chiediamo altri sacrifici agli studenti della prima media. I ragazzi hanno da poco iniziato un nuovo ciclo scolastico, una nuova esperienza formativa, si sono appena conosciuti tra loro e con i loro docenti” queste sono state le parole di Conte.
Il Ministro Azzolina : “Voglio di nuovo tutti in classe”
In un’intervista al Corriere della Sera di ieri, il Ministro Azzolina ha voluto motivare le scelte del governo. “La situazione in tutta Europa è seria, le decisioni che abbiamo preso sono state difficili: persino lasciare le primarie e le secondarie di primo grado aperte nelle zone rosse non è stato semplice. C’era una cosa che ci stava a cuore: tutelare gli studenti più deboli.”
Il Ministro però ha assicurato il suo impegno per riportare tutti gli studenti in classe: “Potrò sentirmi sollevata soltanto quando tutti i miei studenti potranno tornare in classe“. “[…] Continuerò a richiedere il lavoro di quest’estate con gli assessori per trovare soluzioni per i mezzi di trasporto.”